€•· Œlangchain_core.documents.base”ŒDocument”“”)”}”(Œ__dict__”}”(Œ page_content”X’13 Le 10 paroLe chiave di Martino Menghi Se andiamo alle origini dello stoicismo, infatti, possia- mo notare lo scarto che esiste tra i fondatori della scuola e Marco Aurelio per quanto riguarda il rapporto tra il fi- losofo e il potere. Stando alle testimonianze di cui dispo- niamo, per Zenone, Cleante e Crisippo (IV-III sec. a.C.) il saggio non ha bisogno dell’autorità dello Stato, né tan- tomeno deve aspirare al potere: egli infatti è autonomo, ha in sé la legge, che gli deriva dal Logos universale di cui la sua anima è un frammento; è quindi in grado di autodeter- minarsi considerando come arbitrarie o ingiuste le norme e le convenzioni su cui si regge ogni consorzio civile: tra queste, la proprietà privata, l’istituto della schiavitù, o il dominio di un popolo su un altro; egli è piuttosto un co- smopolita, poiché si sente appartenere a una comunità di saggi rappresentata in ogni parte del mondo. Era questa una risposta al senso di smarrimento del cittadino greco di fronte ai grandi rivolgimenti sociali e politici intervenuti a partire da Alessandro Magno. Con Panezio e Posidonio (II-I sec. a.C.) lo stoicismo comincia invece a dialogare con il potere. Attivi presso i ceti colti e dirigenti romani, sono loro i primi a giustificare il dominio che Roma veniva acquisendo sui popoli del Mediterra- neo, presentandolo come la replica in terra della Ragione universale e provvidenziale che regge il tutto. Questa rap- presentazione conoscerà una larga fortuna fino a caratte- rizzare, come abbiamo visto, il governo degli Antonini. Un caso a sé fu quello di Seneca (4 a.C.-65 d.C.), che cercò di realizzare presso la corte giulio-claudia un prin- cipato filosoficamente orientato. Egli sviluppò un’istan- za fondamentale del primo stoicismo, come la potenziale uguaglianza degli uomini, e la applicò a una nuova visione della società. Questa, per Seneca, doveva essere regola-”Œmetadata”}”(Œsource”Œm/mnt/ssd/data/python-lab/Jarvis-Cognitive/data/agents/aurelio/source_docs/27b063407ecd6b69__marco_aurelio.pdf”Œ file_path”h Œpage”K Œ total_pages”KíŒformat”ŒPDF 1.6”Œtitle”ŒColloqui con sé stesso”Œauthor”Œ Marco Aurelio”Œsubject”XÅSono i maggiori critici militanti e studiosi italiani a raccontare ogni opera in 10 parole chiave: per penetrare fino al cuore dei capolavori di tutti i tempi. Edizioni integrali, testi greci e latini a fronte, traduzioni eleganti, essenziali note a piè di pagina. In più, con le tavole sinottiche, è facile collocare vita e opere degli autori nel contesto storico, letterario e artistico. Possiamo considerare i ''Colloqui con sé stesso'' come una raccolta di meditazioni sull'uomo, la sua vita, il suo rapporto con il cosmo, redatte nella forma di ''esercizi spirituali'' finalizzati all'autoterapia, all'autodisciplina e all'autodidattica del saggio stoico. E in particolare, come la testimonianza di una pratica, anch'essa tipicamente stoica, dell'esame di coscienza quotidiano... La visione disincantata della condizione umana e del suo destino di morte/trasformazione... la ritroviamo nella ''Ginestra'' e in diversi passi dello ''Zibaldone'' di Leopardi.”Œkeywords”Œ”Œcreator”Œ"Adobe InDesign CC 2015 (Macintosh)”Œproducer”ŒDALiM BUILD=5320.9”Œ creationDate”ŒD:20170223125342+01'00'”ŒmodDate”ŒD:20190531104448+02'00'”Œtrapped”huŒtype”huŒ__fields_set__””(h hŒ__private_attribute_values__”}”ub.